E Firenze impazzisce per il suo Imperatore

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centrostudigioacchinoenapoleone
view post Posted on 20/4/2009, 09:38




Benedetto Ferrara - Bastava guardarlo mentre se ne stava sotto la pioggia sul campetto fangoso, immobile, a torso nudo, col sigaro in bocca e le mani sui fianchi a fissare il cielo e le sue nuvole, per capire che lui, il signor Fatih Terim, non era un allenatore qualsiasi. Nè un tipo qualsiasi. Oppure bastava aprire la bocca per chiedergli se per caso aveva paura di qualcosa, ora che aveva lasciato la villa di Istanbul e l'amore fedele dei suoi fans turchi per presentarsi in un campionato diverso. Lui scuoteva la testa lentamente, poi socchiudeva le palpebre e soffiava deciso: «No, non ho mai paura. Io temo solo dio». Ma, ripensandoci bene, in realtà era bastato anche essere lì al suo arrivo in Italia, quando in un hotel romano fu firmato il contratto con la Fiorentina: cinquanta giornalisti turchi al seguito e lui che arriva circondato dalle guardie del corpo con gli occhiali scuri e con la bionda moglie che stringe in mano un mazzo di margherite, e lui che sorride camminando veloce mentre faretti e telecamere travolgono tutto e quelli della reception impallidiscono pensando al triste destino dei soprammobili in stile impero sparsi nella hall. «E' un capo di Stato?» chiede un turista inglese incuriosito dall'evento. No, ancora no, è Fatih Terim, il nuovo allenatore della Fiorentina, lo chiamano l'Imperatore. E mica per scherzo, ma per via di quel ritratto gigante di Napoleone Bonaparte appeso nel suo studio. E' il suo punto di riferimento storico e, forse chissà, anche tattico. E come in una battaglia, il grande Fatih ha vissuto i primi mesi fiorentini senza mai una tregua, tra difficoltà, sconfitte impreviste (come l'eliminazione dall'Uefa al primo turno), fughe possibili e colpi di scena, come questo dicembre irresistibile, con tre vittorie filate e una Fiorentina che risale violentemente la classifica guidata dall'uomo che, dopo averle insegnato un gioco spettacolare, le ha insegnato anche a vincere, così come sapeva fare il suo Galatasaray, che in Turchia non aveva rivali e in Europa sorprendeva vincendo una Coppa Uefa, facendo del signor Terim un idolo da amare incondizionatamente. E non si può dire che lui faccia finta di niente. «Lo sapete? In Turchia, anche nei paesini più sperduti della provincia, troverete sempre qualcuno che ha sistemato una parabola su un tetto per vedere le partite della Fiorentina» dice con orgoglio l'Imperatore, pensando con affetto alla sua terra, dove torna appena può per star dietro alle due figlie e per partecipare a un programma tv della Cnn turca. Ma da gennaio il talk show andrà in diretta da Firenze, anche perché qui Terim sta per piantare davvero le sue radici. Così vorrebbero i tifosi innamorati delle vibrazioni di calcio che sa dare la Fiorentina e così vorrebbe pure Vittorio Cecchi Gori, che punta a prolungare il contratto del turco (è pronta un'offerta da 3 miliardi all'anno fino al giugno del 2003) per dare un segnale di continuità e per avere un bel ritorno di immagine, voglioso com'è di ritrovare l'affetto dei tifosi (o male che vada una tregua) dopo mesi di freddezza e contestazione. Il fatto che il Parma e il Milan (la società che stava per assumere Terim la scorsa estate) abbiano già chiesto informazioni sulla sua situazione contrattuale, non fa paura alla Fiorentina. Oggi Terim festeggia a Firenze, con parenti ed amici, la fine del Ramadan, mentre entro la fine dell'anno andrà in scena un primo incontro tra le parti. «Ma io non ho fretta, quello che conta è fare chiarezza, e poi la Fiorentina ha la priorità sulle altre società» ha sempre detto Terim, precisando che il problema non sono i soldi, ma i programmi. Ovvero: obiettivi precisi e strategie altrettanto precise per realizzare quegli obiettivi. Ecco cosa vuole Terim, persona anche coerente e coraggiosa. «Il calcio non è solo una questione di soldi. Io al Galatasaray ho vinto molto, anche quando la società aveva problemi finanziari. Quello che conta è sapere cosa puoi fare e decidere di farlo bene» racconta il tecnico turco. Si comprende, quindi, perchè una sua conferma rappresenterebbe un segnale davvero importante per la piazza fiorentina, che assiste eccitata a questa rinascita della squadra e un po' annoiata alle ultime polemiche tra dirigenti, con l'amministratore delegato Luciano Luna che si dimette in contrasto con Mario Sconcerti, il nuovo numero due del gruppo Cecchi Gori. Fatih Terim, nel prossimo incontro con il suo presidente, chiederà anche questo: conoscere esattamente i ruoli, le competenze e il potere reale di ogni dirigente. Questo per non perdere tempo e per poter operare concretamente sul mercato. Ma il tecnico turco, comunque, non si dannerà l'anima oltre i limiti. Lui che a Firenze e sulle sue colline ha trovato una perfetta armonia di vita, lui che dice «io qui resterei volentieri perché amo questa città e so bene quanto sia diverso vincere uno scudetto a Firenze piuttosto che a Milano», adesso aspetta solo che qualcuno gli spieghi seriamente se è davvero possibile lavorare per vincere qualcosa. Quindi, entro pochi giorni conosceremo il destino della Fiorentina, quello di Fatih Terim e quello dell'immenso ritratto di Napoleone Bonaparte. Riferimento storico. E anche tattico, chissà
fonte: Repubblica, 27 dicembre
 
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