NAPOLEONE NON DEVE MORIRE

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centrostudigioacchinoenapoleone
view post Posted on 17/4/2009, 12:00




Mondadori pubblica in questi giorni una curiosa Autobiografia di Napoleone Bonaparte (pagg. 356, lire 45.000, traduzione di Giorgia Viano Marogna, Prefazione di Jean Grosjean, Postfazione di Philippe Delpuech) che si distingue per una particolarità: l' autore di questa "autobiografia" è in realtà il grande romanziere André Malraux. Nel 1929, appena diciannovenne, già direttore editoriale presso l' editore Gallimard, Malraux preparò per la nuova collana "Mémoires révélateurs" un collage di citazioni tratte dai testi scritti da Napoleone, un personaggio che l' aveva profondamente affascinato per il genio della comunicazione. Il libro che uscì anonimo nel 1930 da Gallimard, titolo Vie de Napoléon par lui-meme, viene tradotto per la prima volta in Italia. Del singolare montaggio di Malraux anticipiamo tre momenti: la consacrazione a Imperatore (1804), la vittoria di Austerlizt (1805) e gli ultimi anni nell' isola di Sant' Elena (1820 e 1821). 1804. ECCO L' IMPERATORE La mia amante è il potere. Per conquistarlo ho fatto troppo, per lasciarmelo portar via o sopportare che lo insidino. Per quanto voi diciate che il potere è venuto da me spontaneamente, io so che mi è costato pene, veglie, espedienti. Sono geloso di mia moglie, di Eugenio, di Ortensia, di tutto ciò che mi circonda. Ebbene, mia moglie ha diamanti e debiti, tutto qui. Eugenio non arriva a 20.000 lire di rendita. Voglio bene a questi ragazzi perché sono sempre ansiosi di piacermi. Se si spara un colpo di cannone, è Eugenio che va a vedere che cosa succede. Se devo saltare un fosso, è lui che mi dà la mano. Voglio bene a Ortensia, sì, le voglio bene; lei e suo fratello prendono sempre le mie parti, perfino contro la madre quando si adira per qualche ragazza o per stupidaggini simili. Se, mentre sono in consiglio, Ortensia chiedesse di vedermi, io uscirei per riceverla. Non amo mia moglie Se chiedesse di me la signora Murat, io non uscirei affatto. Con lei, è come se fossi sempre in battaglia campale; per fare comprendere i miei punti di vista a una donnetta della mia famiglia, occorrerebbe che le facessi discorsi lunghi come quelli che faccio in Senato e al Consiglio di Stato. Dicono che mia moglie è falsa, che le premure dei suoi figli sono studiate. Ebbene, meglio così! Mi trattano come un vecchio zio, e questo rende dolce la mia vita: ho trentasei anni, e aspiro alla tranquillità. Mia moglie è una buona moglie, che non fa del male a nessuno. Si accontenta di fare un po' l' imperatrice, di possedere dei diamanti, dei bei vestiti, le debolezze della sua età. Non l' ho mai amata ciecamente. Se la faccio imperatrice è per giustizia. Sì, sarà incoronata! Sarà incoronata, dovesse costarmi 200.000 uomini! E poi, mi si parla continuamente della mia morte... La mia morte! Sempre la mia morte!... E' un' idea triste da sottoporre sempre alla mia attenzione... Se non trovassi un po' di dolcezza nella mia vita domestica, sarei anche troppo infelice... La mia morte! la mia morte! Sempre la mia morte!... Ebbene che dopo di me perisca l' universo, se devo avere continuamente la mia morte davanti agli occhi. 2 DICEMBRE - A Notre-Dame. La Consacrazione. Io giuro di governare, avendo come unico fine l' interesse, la felicità e la gloria del popolo francese. 1805 - LA VITTORIA DI AUSTERLITZ 1 DICEMBRE - Al bivacco, presso Austerlitz. (All' esercito) Soldati, l' esercito russo si presenta di fronte a voi per vendicare l' esercito austriaco. Le posizioni che occupiamo sono formidabili: mentre marceranno per aggirare la mia destra, mi presenteranno il fianco. Soldati, dirigerò io stesso tutti i vostri battaglioni; mi terrò lontano dal fuoco se, con il vostro consueto valore, porterete il disordine e la confusione nelle file nemiche; ma se la vittoria fosse per un momento incerta, vedreste il vostro imperatore esporsi ai primi colpi, perché la vittoria non deve esitare, in questa giornata soprattutto, in cui si mette in discussione l' onore della fanteria francese. "Prima di domani sera quell' esercito sarà mio!". Alle otto e mezzo della sera. Alle sette e mezzo i signori marescialli si troveranno presso l' imperatore, al suo bivacco, per ricevere nuovi ordini, secondo i movimenti che il nemico avrà fatto nella notte. "Sire, non hai bisogno di esporti. Ti prometto, in nome dei granatieri dell' esercito, che dovrai combattere soltanto con gli occhi, e che ti porteremo domani le bandiere e l' artiglieria dell' esercito russo, per celebrare l' anniversario della tua incoronazione". (Entrando nel suo bivacco, che consisteva in una brutta capanna di paglia, priva di tetto, che gli avevano preparato i granatieri): "Ecco la più bella serata della mia vita, ma mi rattrista il pensiero che perderò un buon numero di queste brave persone: sono davvero i miei figli". 3 DICEMBRE - Soldati, io sono contento di voi. Voi avete, nella giornata di Austerlitz, giustificato tutto ciò che mi aspettavo dal vostro ardimento; avete decorato le vostre aquile di una gloria immortale. Un esercito di 100.000 uomini, comandato dagli imperatori di Russia e d' Austria, è stato, in meno di quattro ore, distrutto o disperso. Chi è sfuggito al vostro ferro è annegato nei laghi. Quaranta bandiere, gli stendardi della guardia imperiale di Russia, centoventi bocche da fuoco, venti generali, oltre 30.000 prigionieri sono il risultato di questa giornata che sarà famosa per sempre. Questa fanteria tanto celebrata, e superiore di numero, non è riuscita a resistere al vostro urto, e ormai non avete più rivali da temere. Soldati, quando tutto ciò che sarà necessario per assicurare la felicità e la prosperità della nostra patria sarà compiuto, vi riporterò in Francia. Là voi sarete oggetto delle mie più affettuose sollecitudini. Il mio popolo vi rivedrà con gioia e vi basterà dire: "Ero alla battaglia di Austerlitz", perché vi si risponda: "Ecco un valoroso!". La battaglia di Austerlitz è la più bella di tutte quelle che ho combattuto. Ho ingaggiato trenta battaglie come questa, ma in nessuna la vittoria è stata così decisa e il destino così poco incerto. La guardia a piedi non ha potuto intervenire, e piangeva di rabbia. 10 DICEMBRE - Brunn. [All' impeatrice] Da moltissimo tempo non ricevo tue notizie. Le belle feste di Baden, di Stoccarda e di Monaco fanno dunque dimenticare i poveri soldati che vivono coperti di fango, di pioggia e di sangue? Il diritto al suicidio Addio, amica mia, sto per partire per Vienna. Lavoriamo per concludere la pace. [...] 1820 E 1821: GLI ULTIMI ANNI A SANT' ELENA 10 AGOSTO 1821 - Un uomo ha il diritto di suicidarsi? Sì, se la sua morte non nuoce a nessuno e la vita è un male per lui. Quando la vita è un male per l' uomo? Quando gli offre soltanto sofferenze e pene. Ma poiché le sofferenze e le pene cambiano a ogni istante, non c' è nessun momento della vita in cui l' uomo abbia il diritto di uccidersi. Il momento potrebbe arrivare proprio nell' ora della morte, perché allora soltanto l' uomo saprebbe che la sua vita è consistita in un intreccio di mali e di sofferenze. 28 APRILE 1821 - Dopo la mia morte, che non può essere lontana, voglio che apriate il mio cadavere; voglio, anzi esigo, la vostra promessa che nessun medico inglese mi metta le mani addosso. Desidero che prendiate il mio cuore, lo mettiate nell' alcol e lo portiate a Parma, alla mia cara Maria Luisa. Le direte che l' ho teneramente amata, le racconterete tutto ciò che si riferisce alla mia situazione e alla mia morte. 2 MAGGIO 1821 - Alle due del mattino. Stengel, Desaix, Masséna, ah! Si decide la vittoria. Correte, affrettatevi, alla carica! Sono nostri prigioneri. 3 MAGGIO 1821 - Alle tre del pomeriggio. Avete condiviso il mio esilio, voi sarete fedeli alla mia memoria, non farete niente che possa offenderla.
fonte: Repubblica 13 novembre
 
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